I nostri clienti si chiedono spesso come funziona il meccanismo dello scambio sul posto, una valorizzazione dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico. Quando l’energia prodotta non viene consumata, l’eccesso di energia viene immesso nella rete pubblica ottenendo un rimborso annuale dal GSE, il Gestore dei Servizi Energetici, ovvero una società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Qui spieghiamo nel dettaglio cos'è e come funziona lo scambio sul posto. 

Noi di Sungevity siamo sempre pronti a rispondere a tutte le tue domande: i nostri consulenti  sono a tua completa disposizione per spiegarti nel dettaglio come funziona lo scambio sul posto, a partire dal resoconto annuale del GSE. Riportiamo ora alcune delle domande più frequenti.

Quando ricevo il rimborso?

Il rimborso del GSE avviene in due tranche. Prima viene emesso un piccolo acconto a novembre basato sulla taglia dell'impianto, poi a giugno viene emesso il conguaglio. Il pagamento sarà comunque relativo all’anno precedente e la somma deve essere superiore ai 100 € di rimborso, altrimenti verrà accreditata direttamente l’anno successivo. 

Cosa devo fare per ricevere il rimborso?

Per ricevere il rimborso dal GSE non occorre che i nostri clienti facciano nulla. Noi di Sungevity pensiamo a sbrigare tutta la documentazione relativa al tuo impianto fotovoltaico. Al momento dell’allaccio, il cliente riceverà il Contratto di scambio sul posto da firmare. Una volta firmato il contratto, i nostri consulenti provvederanno a caricare tutte le documentazioni necessarie relative all’attivazione dell’impianto sul portale GSE, tra cui l’IBAN dell’intestatario della bolletta, che sarà lo stesso intestatario dell’impianto, e la prima bolletta successiva all’allaccio. Il cliente riceverà dai consulenti Sungevity anche le credenziali per entrare nel proprio profilo sul portale GSE, dove potrà verificare la presenza delle varie documentazioni e la quantità di energia immessa in rete dall'impianto.

Come posso controllare la quantità di energia che il mio impianto immette nella rete pubblica?

I clienti, nella maggior parte dei casi, non possono verificare periodicamente la quantità di energia immessa nella rete. O meglio, un controllo periodico è possibile solo se si hanno degli strumenti specifici abbinati all’impianto fotovoltaico, tra cui una batteria Tesla, un meter più pinza amperometrica o un Modbus. In alternativa, i clienti potranno controllare la quantità di energia immessa nella rete pubblica dal proprio impianto solo attraverso il resoconto annuale, un documento annualmente disponibile sul portale del GSE grazie al quale poter controllare nel dettaglio la produzione mensile di energia e il quantitativo in eccesso immesso nella rete pubblica. 

Per ricevere il rimborso del GSE, devo fare una richiesta specifica?

No. Attraverso l’inserimento nel portale del contratto di scambio sul posto e delle coordinate bancarie del cliente, il rimborso partirà in automatico dal GSE. Non preoccuparti se sul portale del GSE non troverai tutte le informazioni di cui hai bisogno: il resoconto annuale è un tabulato che viene emesso solo una volta l’anno. Non ci sono altri documenti in cui viene segnato l’ammontare mensile dell'energia immessa in rete. Per vedere il dettaglio mensile, occorre sempre consultare il CSV Conguaglio Contributo in conto scambio, disponibile sul proprio profilo del portale GSE.

A quanto ammonta il rimborso che ricevo dal GSE?

L’ammontare dello scambio sul posto viene calcolato attraverso la “quota di conto scambio”, che ammonta a circa 0,12 €/kWh per la parte di energia immessa che equivale all'ammontare dei consumi. La parte eccedente di energia viene invece quotata circa 0,06 €/kWh. Gli unici costi fissi del GSE ammontano a 30 € annui più IVA.  

Se vuoi ricevere maggiori informazioni, rivolgiti ai nostri esperti dell'energia solare: consulenze e preventivi sono sempre gratuiti!

Noi di Sungevity ci occupiamo di affiancare i nostri clienti in tutto il percorso verso l'energia fotovoltaica. I nostri consulenti sono sempre aggiornati su tutte le nuove direttive nazionali, sia per quanto riguarda le pratiche rivolte al GSE sia per quelle inerenti il distributore energetico. 

Quando si decide di installare un impianto fotovoltaico, sono diverse le parti che entrano in gioco. Il GSE è il gestore dei servizi elettrici a livello nazionale. Il distributore energetico è il proprietario della rete elettrica nella zona di riferimento del cliente, mentre il fornitore dell'elettricità è la società privata a cui viene pagata mensilmente la bolletta elettrica. 

I consulenti di Sungevity si occupano di comunicare al GSE l'avvenuto allaccio dell'impianto fotovoltaico, dopo che il distributore ha già provveduto a registrare l'allaccio dell'impianto fornendo un apposito contratto firmato dal cliente.

Perché la prima bolletta successiva all’allaccio è così importante?

Dal 1 aprile 2019, seguendo le nuove direttive imposte dal GSE S.p.A, è obbligatorio inviare una copia della bolletta di energia elettrica del cliente in cui il periodo di riferimento sia successivo alla data di attivazione dell'impianto. La bolletta deve essere inviata entro e non oltre i 60 giorni dalla data di allaccio dell'impianto fotovoltaico. 

Esempio: se un impianto viene allacciato il 5 luglio, la bolletta di riferimento sarà quella successiva al periodo dell'allaccio e dunque relativa ai mesi di agosto/settembre.

Questa bolletta, la prima successiva all’allaccio dell'impianto fotovoltaico, risulta particolarmente importante perché sarà quella che gli esperti Sungevity provvederanno a caricare sul portale del GSE. Installando con noi un impianto fotovoltaico, non dovrai preoccuparti di seguire questi complicati iter burocratici, ma solo ricordarti di controllare sempre le email dei nostri tecnici e inviare nelle giuste tempistiche i documenti che ti richiederanno.

Cosa fare se le bollette successive all’installazione dell'impianto fotovoltaico non sono ancora state aggiornate dal fornitore energetico?

Se le bollette successive all’allaccio non vengono aggiornate dal fornitore energetico, nonostante l’impianto fotovoltaico sia già operativo, non preoccuparti. Il tuo fornitore energetico effettua dei controlli periodici sui consumi effettivi dei propri clienti. Durante questi controlli, che possono anche essere annuali, vengono registrati tutti gli eventuali cambiamenti sul consumo di energia. 

Una volta che il fornitore di elettricità avrà constatato il cambiamento di consumi, provvederà anche ad aggiornare la tua bolletta energetica. Può anche capitare, però, che il fornitore energetico impieghi qualche mese prima di  rivedere il tuo consumo effettivo di elettricità e che si basi ancora su un consumo stimato. In quel caso potrai chiedere a fine anno il rimborso di quanto hai pagato in eccesso direttamente al tuo fornitore. 

Esempio: se hai una bolletta di 80 € al mese e con il tuo nuovo impianto fotovoltaico la cifra scende a 60 €, è possibile che il fornitore non abbia ancora aggiornato i tuoi consumi e tu possa continuare a pagare 80 € in bolletta anche nei mesi successivi all’allaccio dell’impianto.

I nostri esperti dell'energia solare sono sempre pronti a rispondere a tutte le tue domande, occupandosi di ogni aspetto burocratico e affiancandoti sia nella richiesta che nell’invio di documenti specifici. 

Molti dei nostri clienti si chiedono come capire il rendimento di un impianto fotovoltaico, a partire dalla produzione energetica dell’impianto stesso. Per spiegarlo, abbiamo deciso di presentare un esempio specifico. 

Il caso che vogliamo presentare è quello di un impianto fotovoltaico da 3,7 kWp con pannelli collocati su una falda di tetto in cui non ci sono elementi esterni a creare ombra. In condizioni normali, l'energia prodotta dall’impianto dovrebbe essere pari a 3,7 kW. E allora perché, durante il periodo estivo e con il massimo irraggiamento solare, la produzione energetica segnata dall’inverter non raggiunge i 3 kW?

Risposta: i dati della produzione energetica che si osservano dall’inverter sono completamente normali, in quanto la potenza dell’impianto è determinata da alcuni fattori specifici. Tra questi i più importanti sono la temperatura dei pannelli, che raggiunge i 60°C-80°C, e la disposizione dell’impianto, soprattutto per quanto riguarda inclinazione e azimuth. Come dipende la potenza da questi due fattori?

La potenza massima di un impianto fotovoltaico si ha a una temperatura esterna di 25°C, a una temperatura dei pannelli di 43°C e con una posizione del sole perpendicolare all'impianto. La potenza dei pannelli sarà più bassa con temperature esterne più alte, così come non raggiunge il suo massimo quando il sole non è perpendicolare al pannello. Riportiamo qui sotto una scheda tecnica dei pannelli con il coefficiente di temperatura.

Come si può vedere nella scheda tecnica qui sopra, ogni grado di temperatura in più rispetto alle condizioni standard, comporta una perdita dello 0,4% della potenza. Questo significa che, su 40°C di temperatura in più rispetto alle condizioni ideali dei pannelli, si ha una perdita di potenza pari al 16%. Inoltre, non sempre il sole non è perpendicolare all’impianto. 

Le condizioni più simili a quelle ideali per la produzione di un impianto fotovoltaico si hanno in primavera quando il clima è più fresco e il sole è più alto. Qui sotto presentiamo due esempi.


Queste due immagini sono relative alla produzione energetica di un impianto fotovoltaico nei giorni 24/04/2019 e 29/04/2019. Come è possibile notare, in una giornata parzialmente nuvolosa l’impianto si rinfresca quando una nuvola fa ombra, mentre la produzione si avvicina alla potenza nominale quando il sole ricompare

A questo punto, molti dei nostri clienti si stanno chiedendo se la produzione energetica dell’impianto sia la stessa di quella che era stata concordata con il consulente in fase di offerta. La risposta è sì, la produzione rientra nei canoni concordati con i consulenti Sungevity e lo si può controllare in due modi:

  • dall'offerta ricevuta: alla seconda pagina si possono trovare le previsioni di produzione annua di energia espressa in kWh;
  • dalla App della casa produttrice dell'inverter, in questo caso SolarEdge, da cui si vede la produzione effettiva dell’impianto con i rispettivi valori. 

Riportiamo qui sotto un’altra immagine esplicativa: si tratta di un impianto fotovoltaico attivo dal 19/03/2018.

In caso di dubbio, i nostri esperti dell'energia fotovoltaica sono sempre pronti a rispondere a tutte le tue domande. Contattaci subito per richiedere un preventivo gratuito e del tutto personalizzato per il tuo impianto fotovoltaico.

 

pannelli solari generano energia pulita e rendono la bolletta più leggera. Sono un investimento utile, in termini economicii e ambientali. Esistono due tipi di pannelli solari che spesso vengono confusi, quelli fotovoltaici e quelli termici.   Quali sono le differenze tra pannelli solari fotovoltaici e termici?

Le differenze concrete tra pannello fotovoltaico e pannello solare termico sono:

- per quanto riguarda la produzione, il pannello fotovoltaico genera energia elettrica mentre il pannello solare termico produce solo acqua calda sanitaria; - il tipo di materiale utilizzato per il pannello fotovoltaico è il silicio, mentre il pannello solare termico è costituito da un serbatoio in cui viene riscaldata l'acqua;

- in termini di incentivi, sono state confermate le detrazioni fiscali del 50% per i pannelli fotovoltaici e 65% sui pannelli solari termici;

- i pannelli fotovoltaici hanno una durata garantita di 25-30 anni, mentre i pannelli solari termici hanno una durata di circa 20 anni;

- considerando l’installazione, un impianto fotovoltaico deve disporre di un numero di pannelli sufficiente per soddisfare il fabbisogno di energia elettrica, mentre per il riscaldamento dell’acqua sanitaria sarebbe sufficiente anche un unico pannello solare termico. Un pannello termico però è molto più grande.  La soluzione ideale per noi? Impianto fotovoltaico più scaldacqua in pompa di calore per produrre acqua calda sanitaria ed energia elettrica risparmiando sia su luce che su gas.

 

La Panasonic è l’azienda al mondo con maggiore esperienza nella produzione di pannelli essendo attiva dal 1975, ed i pannelli a tecnologia ibrida HIT ne sono il fiore all’occhiello, essendo una tecnologia unica al mondo.

Anche il pannello Panasonic presenta il vantaggio di una produzione ben distribuita durante l’anno, ma per un motivo diverso rispetto ai policristallini. Nei Panasonic il pannello (di base monocristallino, quindi adatto a lavorare bene d'estate con i raggi solari perpendicolari) viene spruzzato da uno strato sottile di silicio amorfo che lo aiuta ad assorbire luce di bassa intensità. Per quanto adatti a recuperare punti di produzione in zone poco soleggiate, i Pansonic sono anche tra i migliori pannelli al mondo per lavorare nelle zone più calde e soleggiate. Non tutti sanno che, con temperature superiori ai 45 gradi, i pannelli si scaldano (arrivando fino a temperature di 80 gradi) e perdono in produzione. Il basso coefficiente di temperature rispetto alle principali altre marche sul mercato rende il pannello più resistente alle alte temperature e dunque più performante.

Il pannello Panasonic, inoltre, è riconosciuto per riscontrare la più bassa difettosità al mondo ed è infatti garantito 25 anni contro i difetti di fabbricazione. Dal 2003 sono stati distribuiti in Europa oltre 3,5 milioni di pannelli e sono state accertate solo 137 richieste di intervento, con un valore record di difettosità del solo 0,00381 per cento.

 

Gli ottimizzatori sono parte dell’inverter SolarEdge, che si caratterizza per il collegamento dei pannelli in parallelo. Durante l’installazione, ogni singolo ottimizzatore viene posizionato  sotto ogni pannello dell’impianto e collegato all’inverter centrale. In questo modo ciascun pannello può essere considerato come un singolo generatore che permette di minimizzare l'effetto delle ombre e delle diverse esposizioni e massimizzare la produzione di energia. Se un pannello dell’impianto risulta ombreggiato ma gli altri no, sono solo le produzioni del singolo pannello a diminuire.

Il collegamento in parallelo tramite ottimizzatori distingue l’inverter SolarEdge dagli altri inverter sul mercato che presentano invece collegamento in serie. Tutti i i pannelli sono collegati direttamente all’inverter centrale senza un’ottimizzazione, e l’impianto corre dunque il rischio di soffrire dell’effetto “collo di bottiglia”: se un pannello è leggermente ombreggiato, non solo produrrà meno, ma si abbasserà anche l’energia prelevata dagli altri pannelli, andando a ridurre significativamente le prestazioni dell’impianto.

L’utilizzo dell’inverter SolarEdge con ottimizzatori risulta dunque d’obbligo in tutti i casi in cui un tetto sia leggermente ombreggiato (ad esempio da camini, edifici limitrofi più alti, antenne) o in cui l’installazione di un impianto fotovoltaico sia distribuita su più falde. Può essere naturalmente utilizzato anche su tetti senza ombreggiamenti ma non è in questi casi una stretta necessità tecnica.  

La presenza degli ottimizzatori permette inoltre un monitoraggio più accurato dell’impianto. La produzione di ogni singolo pannello può essere monitorata tramite App, che permette di rilevare più facilmente anche eventuali problemi tecnici, diversamente rispetto agli inverter dove è possibile solamente misurare la produzione complessiva dell’impianto, ma non quella del singolo pannello. L'inverter SolarEdge è garantito 12 anni e gli ottimizzatori, la parte più importante dell’inverter e che ne giustifica il costo aggiuntivo, 25 anni.

L’impiego dell’inverter SolarEdge con ottimizzatori fa aumentare il prezzo di un impianto fotovoltaico di circa 70€ a pannello.

 

La tecnologia policristallina è quella in assoluto più diffusa al mondo. Circa 95% della tecnologia fotovoltaica è rappresentato dal silicio cristallino (monocristallino e policristallino), e la quota del policristallino è circa il 70% del totale. La produzione del pannello policristallino su larga scala ha permesso un drastico abbattimento dei costi negli ultimi 10 anni.

Oltre all’ottimo rapporto qualità-prezzo, il vantaggio principale della cella policristallina è dato dalle produzioni di energia ben distribuite durante l'anno. Il pannello si chiama policristallino perché è composto da più cristalli orientati in direzioni diverse, che assorbono sia i raggi solari diretti, tipici delle giornate estive ed di cielo terso, che la luce diffusa, tipica delle giornate invernali e più nuvolose. Il policristallino risulta anche molto adatto a lavorare con esposizioni non a sud, ad esempio con le falde del tetto ad est ed ovest. La presenza dei vari cristalli nella cella policristallina si si può notare anche dalle diverse sfumature di colore blu della cella policristallina.  

Il policristallino risulta una soluzione adeguata alle prime case dove i consumi sono ben distribuiti durante l'anno, e non concentrati solamente durante il periodo estivo.

 

L’allaccio è l’ultimo aspetto tecnico dell’installazione di un impianto fotovoltaico, dopo il quale l’impianto l’impianto viene collegato al contatore, alla rete elettrica, e finalmente può inziare a produrre elettricità.

Durante l’allaccio devono essere presenti l’intestatario delle bollette (ovvero dell’impianto fotovoltaico), l’installatore ed il funzionario del distributore (ovvero l’azienda proprietaria del contatore, Enel nella maggior parte dei casi).  

L’intervento d’allaccio varia a seconda del tipo di contatore che vi è in casa. La maggior parte delle case in Italia ha ormai il contatore elettronico (solitamente bianco con uno schermo nero). Esso è già predisposto per il fotovoltaico, dunque basterà cambiare un’impostazione che lo renda “bidirezionale”. In questo modo il contatore non solo potrà misurare l’energia prelevata dalla rete (addebitata poi in bolletta ogni due mesi), ma anche quella immessa (ovvero l’energia che l’impianto fotovoltaico produce ma che non viene immediatamente né autoconsumata, né immessa in un eventuale sistema d’accumulo).

Nel caso di un contatore analogico (ormai poco diffuso in Italia), andrà effettuata invece la sostituzione del con quello elettronico.

Una volta che l’impianto è allacciato, può essere messo in funzione. Inizia dunque a produrre elettricità alimentando i carichi in casa, eventuali eccessi vengono immessi in rete e misurati dal contatore. Da questo contatore verranno prelevati dal GSE i dati sull’immissione in rete, necessari per il calcolo dell’ammontare di Scambio sul Posto che viene ripagato a giugno di ogni anno tramite bonifico bancario.

 

La cella del monocristallino viene prodotta da un unico cristallo di silicio, un processo quindi un po' più costoso da un punto di vista sia energetico che economico rispetto al processo di produzione di un pannello policristallino. Con i lati del cristallo orientati nella stessa direzione, il pannello raggiunge produzioni elevatissime in condizioni ottimali (giornate estive e cielo terso, quando i raggi solari sono quasi perpendicolari al tetto) a scapito dell'inverno e delle giornate nuvolose, quando il pannello produce molto meno.

Il monocristallino risulta il pannello più adatto a lavorare in condizioni di ottimo irraggiamento, dunque in case utilizzate soprattutto durante i mesi estivi, e su tetti esposti bene a sud. I vantaggi del monocristallino rispetto al policristallino sono le maggiori produzioni durante il periodo estivo, la maggiore potenza nominale, efficienza (fino al 19%, dunque una soluzione adatta per tetti di piccole dimensioni), tolleranza alle alte temperature ed il colore nero, spesso considerato più “estetico” rispetto al policristallino.

 

In questa pagina vogliamo rispondere a due domande ricorrenti e spesso connesse tra loro: 

1) Come si fa a sapere qual è la taglia ottimale per il mio impianto fotovoltaico?

2) E come si sceglie la potenza dell’inverter?

Per rispondere a queste domande bisogna partire introducendo i seguenti termini fondamentali nella scelta:

Potenza nominale dell’impianto: è la potenza istantanea che l’impianto produce durante il primo anno in condizioni ideali: temperatura dei pannelli di 25 gradi, irradiazione solare di 1000 W/m2, orientamento e inclinazione dei pannelli ottimale rispetto al sole. È data dalla somma delle potenze nominali dei singoli pannelli.

Energia prodotta dall’impianto: è ottenuta moltiplicando la potenza istantanea per un’unità di tempo. Cioè se ho una potenza di 3000 W per un’ora, produrrò 3 kWh di energia. La potenza nominale dell’impianto è un po’ un limite massimo, in realtà in condizioni reali d’estate i pannelli si surriscaldano fino ad arrivare anche fino 60 gradi, mentre quando fa freddo l’irradiazione solare sarà ben lontana dai 1000 W/m2. 

Con questa premessa possiamo passare a rispondere alle domande di cui sopra.

1) Quando si deve scegliere la taglia dell’impianto bisogna sapere che potenza di picco si vuole coprire? In generale non serve, essendo sia la casa che l’impianto fotovoltaico comunque connessi alla rete. Ciò che è invece più rilevante conoscere sono i propri consumi annui, e tarare l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico in base ai consumi che si vuole coprire.

I nostri consulenti solari saranno felici di aiutarti a capire quale sia la soluzione ottimale per te!

2) La scelta della taglia dell’inverter dipende ovviamente dalla taglia dell’impianto fotovoltaico, ma non solo. Poiché l’impianto sul tetto lavorerà in condizioni ottimali per non più di qualche settimana all’anno, diventa vantaggioso scegliere un inverter che sia un po’ “sottostimato” rispetto alla taglia dell’impianto fotovoltaico. In questo modo non solo si risparmierá sul costo dell’inverter, ma soprattutto si ottimizzerá la produzione dell’impianto la mattina e la sera di ogni giorno dell’anno. Ma non solo, la si ottimizzerá anche i tutti i giorni nuvolosi e di pioggia. Come mai? La risposta è un po’ tecnica, ma viene dal fatto che l’inverter per attivarsi ha bisogno di una minima tensione (voltaggio) proveniente dai pannelli. 

Più piccola è la taglia dell'inverter, più bassa sarà questa soglia minima di tensione.

Se sei interessato a sapere qual’è la configurazione ottimale per il tuo impianto, contattaci pure, i nostri esperti saranno a tua disposizione.


Cos'è Energia Solare Protetta?

Energia Solare Protetta è un nuovo prodotto di AXA Assicurazioni S.p.A. nato dalla partnership con Sungevity. Si tratta di una copertura assicurativa di 24 mesi contro i maggiori rischi a cui è sottoposto il tuo impianto fotovoltaico Sungevity.


Tale copertura è inclusa nell'offerta e non può essere applicata retroattivamente ad impianti Sungevity installati prima di giugno 2018. La copertura è attiva per 24 mesi a partire dalle ore 24 del giorno dell'installazione e collaudo dell'impianto fotovoltaico e dovrà essere rinnovata a discrezione del cliente al termine del periodo di copertura offerto da Sungevity. 

Cosa è assicurato?

Responsabilità civile: AXA si occupa di risarcire i danni che il tuo impianto fotovoltaico può accidentalmente causare a terzi, fino ad un massimo di € 500.000. Per esempio se il tuo pannello fotovoltaico danneggia delle tubazioni o impianti idrici, AXA si occuperà di risarcire i danni causati ai tuoi vicini di casa.

Danni diretti all risks e danni indiretti: Sarai rimborsato fino a €7000 per danni causati all'impianto da qualsiasi evento accidentale tra cui grandine, furti.

Indennizzo della mancata produzione: In caso di malfunzionamento dell'impianto e conseguente mancata produzione di energia, con Energia Solare Protetta ricevi un indennizzo per i danni indiretti subiti a causa dell'interruzione o della diminuzione dell'energia elettrica.

Cosa fare in caso di sinistro? 

Entro 3 giorni occorre inviare ad AXA una comunicazione circa l'episodio indicandone i dettagli tra cui la data, il luogo e le cause. 

Gli esperti Sungevity ti supporteranno nella pratica in caso di dubbi. 


In questa pagina ti illustriamo com'è fatto e come funziona un impianto fotovoltaico con l'aiuto di uno schema. Innanzitutto un impianto fotovoltaico è un impianto elettrico che sfrutta l’energia solare per trasformarla in energia elettrica attraverso l’effetto fotovoltaico. Esistono due grandi famiglie di impianti fotovoltaici, quelli grid connected cioè allacciati alla rete elettrica pubblica e quelli ad isola quindi completamente autonomi e non allacciati alla rete. Consigliamo di installare impianti allacciati alla rete che permettono comunque di avere un certo grado di autonomia.

Un impianto fotovoltaico residenziale grid connected è formato da diversi componenti: i pannelli fotovoltaici, l’inverter, gli ottimizzatori, i quadri elettrici, i cavi e le strutture di sostegno. Vediamo ora nello specifico cosa sono e come funzionano insieme le varie parti: 


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I pannelli fotovoltaici posti sul tetto dell’immobile catturano l'energia solare e la trasformano in energia elettrica.


pannelli fotovoltaici più comuni sono composti da celle in silicio in grado di trasformare l'energia solare in energia elettrica. La dimensione di un pannello può variare leggermente a seconda della marca e della tecnologia applicata, ma in genere è di 1 m x 1.6 m. Indicativamente, per coprire i consumi di una famiglia tipo viene offerto un impianto fotovoltaico tra i 3 kW e i 6 kW, e serve una superficie sul tetto tra i 13.5 m2 e i 30 m2. Il numero di pannelli che vengono installati su un tetto dipende da diversi fattori sia legati al prodotto stesso che legati a fattori ambientali quindi il tipo di pannello scelto (monocristallino, policristallino, film sottile o ibrido) e relativa potenza, il fabbisogno energetico da soddisfare, il livello di irradiazione tipica della zona e l’inclinazione del tetto per citarne alcuni. Una serie di pannelli fotovoltaici viene definita stringa.  

I pannelli fotovoltaici sono agganciati al tetto con una struttura di sostegno in acciaio o in alluminio che da loro anche uno specifico orientamento. Queste strutture sono progettate per assicurare la messa in sicurezza dell’impianto e ne garantiscono la stabilità.

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L'inverter converte la corrente continua (CC) prodotta dai pannelli fotovoltaici in corrente alternata (CA) che può essere utilizzata dalle varie utenze domestiche.

Vi sono due tipi di inverter, quelli connessi con i pannelli fotovoltaici in serie e quelli connessi con i pannelli fotovoltaici in parallelo.

La differenza tra i due tipi di inverter è sostanziale dal momento che un inverter collegato in serie è consigliato su tetti che non presentano situazioni particolari quali ombreggiamenti perchè se un pannello dovesse essere ombreggiato, tutta la serie smetterebbe di produrre.

Un inverter collegato in parallelo invece viene abbinato a pannelli fotovoltaici installati su tetti che presentano ostacoli inevitabili come ad esempio un alto albero che ombreggia i pannelli, oppure un’installazione su più falde. In una circostanza del genere questo tipo di inverter fa sì che, qualora la produzione del pannello ombreggiato diminuisca, gli altri pannelli continuino a produrre regolarmente. Ciò garantisce l’ottimizzazione della produzione dell’impianto in condizioni di illuminazione non omogenee, ed è reso possibile tramite l’aggiunta ad ogni pannello un componente chiamato ottimizzatore, che permette appunto di svincolare la produzione dei vari pannelli.

L’inverter inoltre legge i dati di produzione dell’impianto, a cui poi si può accedere comodamente tramite il portale di monitoraggio.

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Eventualmente si abbina ad un impianto fotovoltaico anche un sistema di accumulo (batteria). La batteria permette di accumulare l'energia prodotta dai pannelli fotovoltaici durante il giorno e rimasta inutilizzata. L’accumulo aiuta a ridurre ulteriormente la dipendenza dalla rete, si favorisce infatti l’autoconsumo e di conseguenza aumentano sensibilmente i risparmi. Una batteria può essere installata sia durante la fase di installazione dell’impianto fotovoltaico sia su impianti fotovoltaici già esistenti.

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Il quadro elettrico è installato a valle del contatore (vedi punto 5) e ha il compito di distribuire l’energia e proteggere l’impianto. Se i pannelli fotovoltaici non stanno producendo o se i consumi sono troppo elevati la corrente viene prelevata dalla rete. Invece in caso i pannelli stiano producendo energia che non viene utilizzata, questa verrà di nuovo immessa in rete. Inoltre in caso di guasti o blackout il quadro elettrico stacca le varie utenze per prevenire eventuali o ulteriori danni.

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Il contatore legge gli scambi con la rete. Inoltre al momento dell’installazione dell’impianto fotovoltaico viene installato un secondo contatore dedicato al fotovoltaico in aggiunta a quello comunemente già presente. Questo secondo contatore tiene anche conto della bidirezionalità degli scambi di elettricità con la rete, tenendo traccia dell'energia prelevata e di quella immessa.

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I propri dispositivi utilizzano l'energia prodotta dall'impianto fotovoltaico. La parte restante dell'energia prodotta dall'impianto fotovoltaico viene restituita alla rete pubblica. Questa viene ripagata dal GSE tramite lo scambio sul posto.


La detrazione fiscale del 65% per interventi di riqualificazione energetica non è da confondere con la detrazione fiscale per interventi di ristrutturazione edilizia del 50% tra cui rientrano impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo.

Il tipo di detrazione fiscale di cui ci occupiamo qui è valido per interventi di efficientamento energetico degli edifici quindi per prodotti quali coibentazioni, cappotto, solare termico per produzione di acqua calda sanitaria, prodotti in pompa di calore quali caldaie, boiler e climatizzatori. 

Chi può usufruire della detrazione fiscale del 65%

Può usufruire della detrazione fiscale IRPEF del 65% il contribuente titolare dei diritti reali di godimento dell’immobile soggetto a ristrutturazione. Pertanto ha diritto alla detrazione fiscale non solo il proprietario dell’immobile ma anche il familiare convivente, fintanto siano lui/lei intestate le fatture.

Nel caso in cui l’immobile venga venduto durante i primi 10 anni dall’installazione dell’impianto, l’acquirente potrà fruire delle detrazioni fiscali salvo le parti si accordino diversamente.

Esempio di detrazione fiscale al 65%

Capiamo insieme il funzionamento della detrazione fiscale facendo un esempio pratico.  

Se lei acquista un boiler in pompa di calore dal valore di €2.000 (IVA compresa), potrà detrarre il 65% del costo dall’IRPEF. Le verranno detratti quindi  €1.300 nei 10 anni successivi all’acquisto in aliquote di uguale valore: ogni anno per 10 anni pagherà €130 in meno di imposta sul reddito. Di conseguenza in questo caso il costo effettivo del boiler in pompa di calore è di soli €700!

Ricordiamo infatti che sono detraibili tutte le spese relative all’intervento quindi anche spese amministrative e quelle legate all’intervento dei tecnici per l’installazione del prodotto.


Documentazione necessaria per richiedere la detrazione fiscale per la riqualificazione energetica

Per accedere alla detrazione fiscale per la riqualificazione energetica del 65%, sono necessari due documenti che dovrà richiedere ai tecnici oltre che alle varie ricevute di pagamento. Vediamo insieme:  

Passo 1: Per  poter ottenere la detrazione fiscale del 65% per la riqualificazione energetica è necessario seguire l’apposita procedura bancaria, in genere presente anche in tutti gli home banking selezionando l’opzione “Detrazioni fiscali” quando si vuole effettuare un bonifico. Se si dovesse recare di persona in banca o in posta richieda il cd. bonifico parlante dove risulta chiara la causale e viene richiesto il codice fiscale del beneficiario della detrazione e la partita IVA di Sungevity. Non sono ammesse altre forme di pagamento come carte di credito o assegni. Suggeriamo inoltre di conservare le ricevute di pagamento per ogni evenienza.

Passo 2: Nel caso si intervenisse su edifici già esistenti, è richiesto acquisire una certificazione energetica dell’immobile, <<l’attestato di prestazione energetica>>, che può essere rilasciato da organismi accreditati dalla Regione o dall’ente locale o da un professionista abilitato.

Passo 3: Entro 90 giorni dal termine dei lavori occorre inoltrare all’ENEA con una procedura telematica tramite il loro sito web, due documenti: l’attestato di prestazione energetica di cui sopra e la scheda informativa degli interventi realizzati.

Passo 4: Inoltre, per questo tipo di interventi viene richiesta l’asseverazione da parte di un tecnico abilitato il quale garantisce che i lavori rispettano alcuni requisiti tecnici.


La detrazione fiscale IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) del 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia (Art. 16-bis del T.U.I.R., DPR 917/1986) è stata confermata per tutto il 2019. 

Dal momento che l’installazione di un impianto fotovoltaico e/o di un sistema di accumulo (batteria) rientra tra questi tipi di interventi, la metà del costo dell'impianto fotovoltaico può essere recuperata sotto forma di sgravi fiscali nei 10 anni successivi all’installazione. In questo modo il costo effettivo di un impianto fotovoltaico e/o di un sistema di accumulo viene dimezzato e si hanno tempi di rientro dell'investimento ancora più vantaggiosi anche considerando l’IVA agevolata al 10%. Il limite massimo di spesa su cui richiedere la detrazione fiscale del 50% è fissato a €96.000 per immobile e sono pertanto detraibili in 10 aliquote di pari valore al massimo €48.000 per immobile. Il limite detraibile è calcolato su base annuale (e sul singolo progetto).

La detrazione fiscale del 50% per interventi di ristrutturazione edilizia tra cui rientrano il fotovoltaico e i sistemi di accumulo non è da confondere con la detrazione fiscale per interventi di riqualificazione energetica al 65%.

Chi può usufruire della detrazione fiscale del 50%

Può usufruire della detrazione fiscale IRPEF il contribuente titolare dei diritti reali di godimento dell’immobile soggetto a ristrutturazione. Pertanto ha diritto alla detrazione fiscale non solo il proprietario dell’immobile ma anche il familiare convivente, fintanto siano lui/lei intestate le fatture. 

Nel caso in cui l’immobile venga venduto durante i primi 10 anni dall’installazione dell’impianto, l’acquirente potrà fruire delle detrazioni fiscali salvo le parti si accordino diversamente. 

Esempio di detrazione fiscale al 50% come ristrutturazione edilizia

Possiamo meglio capire il funzionamento della detrazione fiscale facendo un esempio pratico. 

Se lei acquista un impianto fotovoltaico dal valore di €5.000 (IVA compresa), potrà detrarre il 50% del costo dall’IRPEF. Le verranno detratti quindi  €2.500 nei 10 anni successivi all’installazione in aliquote di uguale valore: ogni anno per 10 anni pagherà €250 in meno di imposta sul reddito. Di conseguenza in questo caso il costo effettivo dell’impianto è solo €2.500!

Lo stesso ragionamento può essere applicato in caso di acquisto di un sistema di accumulo (batteria). 

Documentazione necessaria per richiedere la detrazione fiscale per impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo

La procedura per accedere alle detrazioni fiscali del 50% per impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo è relativamente semplice. Vediamo insieme passo per passo come fare: 

Passo 1: Con Sungevity, alla firma del contratto dovrà pagare un acconto e una volta allacciato l’impianto alla rete le verrà chiesto di provvedere al pagamento del saldo tramite bonifico. Per  poter ottenere la detrazione fiscale del 50% per le ristrutturazioni edilizie, bisogna seguire l’apposita procedura bancaria, in genere presente anche in tutti gli home banking selezionando l’opzione “Detrazioni fiscali” quando si vuole effettuare un bonifico. Se si dovesse recare di persona in banca o in posta richieda il bonifico parlante dove risulta chiara la causale e viene richiesto il codice fiscale del beneficiario della detrazione e la partita IVA di Sungevity. E’ necessario conservare le ricevute di pagamento per ogni evenienza. 

Passo 2: Al momento in cui viene compilata la dichiarazione dei redditi devono essere inseriti i dati catastali dell’immobile, le fatture e le ricevute di pagamento.

Passo 3: Come per le ricevute di pagamento, è bene conservare una serie di documenti nel caso l’Agenzia delle Entrate procedesse ad un controllo. Nel dettaglio: 

  • Eventualmente la comunicazione di inizio e fine lavori al comune (il consulente Sungevity provvederà ad espletare questa pratica se necessaria);
  • La ricevuta di pagamento dell’IMU qualora si applicasse al suo caso; 
  • Se l’immobile è (parte di) un condominio, la delibera assembleare;  
  • Come già ricordato, fatture e ricevute fiscali delle spese relative all’installazione dell’impianto fotovoltaico. 


Tra la firma del contratto e l'installazione dei pannelli sul tuo tetto passano circa 6 settimane. Questo lasso di tempo è necessario a noi per ordinare i prodotti e consegnare i materiali, all'installatore per organizzare i cantieri e ai tecnici per espletare tutte le pratiche burocratiche per poter installare il tuo impianto. 

Attenzione! Se la tua abitazione è sottoposta a vincoli di paesaggistica i tempi potrebbero allungarsi. In questi casi dal momento in cui si presenta la richiesta al Comune possono passare anche 60 giorni lavorativi prima di avere una risposta anche se in generale nella nostra esperienza le commissioni si prendono circa un mese e mezzo per rilasciare l'autorizzazione. Non ti preoccupare, ci occupiamo di tutto noi di Sungevity! 

Una volta installato il tuo impianto dovrai aspettare altre circa 6 settimane affinchè venga allacciato alla rete e inizi a produrre. 


Qual è la differenza tra kWh e kWp?

Il kWh è un’unità di energia, mentre il kW è un’unità di potenza ed è un valore istantaneo. Il kWh è l'unità di misura dell’energia (pari ad una potenza per unità di tempo), ed è utilizzato per misurare la produzione ed i consumi di elettricità.